Documentazione prodotta da:
Confraternita del Purgatorio, Monte Leone e Monte San Cleto
Sede della confraternita:

Chiesa del Purgatorio - Ruvo di Puglia (Ba)

Condizione giuridica:

Ente ecclesiastico civilmente riconosciuto con Decreto Regio del 9 gennaio 1936, registrato alla Corte dei Conti il 2 marzo 1936, iscritta nel Registro delle Persone Giuridiche presso il Tribunale di Bari il 25 giugno 1987 al numero 233

Date di esistenza:
1678 -
Profilo di storia istituzionale:

La confraternita fu fondata dal sacerdote Francesco Paulo Pellicani e trovò sede nella chiesa precedentemente intitolata a San Cleto. Il tempietto fu ampliato nella prima metà del XVII secolo grazie al legato pio di Elisabetta Zazzarino, vedova del nobile Giovanni Pietro Caputi. La chiesa, benedetta dall’arciprete Don Marco Modesta, fu dedicata all’Arcangelo Michele e, con la nascita della nuova confraternita, divenne il centro di propagazione del culto della Madonna del Suffragio e delle anime del Purgatorio: il tempio infatti era anche sede del Monte dei Morti, che gestiva le elemosine donate dai fedeli per la celebrazione di messe in suffragio(1). Nel 1678 i confratelli che già da qualche anno si riunivano stabilmente, inviarono al vescovo di Ruvo Domenico Galesio una supplica affinché concedesse l’autorizzazione alla nascita ufficiale della congrega(2). L’approvazione giunse il 27 agosto dello stesso anno, e nella stessa giornata vennero nominati gli “officiali”. Il vescovo Galesio esortò gli adepti del nuovo sodalizio ad aggregarsi all’Arciconfraternita romana del Suffragio: la richiesta fu accettata il giorno 8 dicembre 1678, quando giunse da Roma un transunto speciale che estendeva all’associazione rubastina le indulgenze perpetue in virtù della sua aggregazione(3). Sei anni dopo, con suo atto del 3 febbraio 1684, il vescovo Giovan Donato Giannone Alitto (1680-1698) associò al sodalizio l’intero capitolo cattedrale di Ruvo, disponendo che i sacerdoti intervenienti alle funzioni della confraternita fossero esentati dai contemporanei obblighi corali (4). Dopo pochi decenni dalla sua fondazione la confraternita si affermò come uno dei sodalizi più ricchi della città, anche grazie ai numerosissimi lasciti e ad una loro oculata gestione. Le rendite erano investite principalmente nell’adempimento del servizio funerario e del suffragio, nelle attività di culto, e in misura minore nelle iniziative di assistenza e di beneficenza. La confraternita gestiva anche il Monte Leone, così chiamato dal nome del suo fondatore, Leonardo Leone, che effettuò un lascito di sessantasei vacche nel 1711 (5). Le regole statutarie furono modificate nel 1702 e furono rese più severe, introducendo obblighi di regolamentazione della gestione dei beni della confraternita, ormai divenuti molto cospicui. Lo statuto del 30 settembre 1766, approvato con Regio assenso e ancora oggi custodito nell’archivio confraternale (6), ha un’articolazione più organica. Dalla sua analisi si desume la laicizzazione della congregazione, la preclusione di ogni possibilità di ingerenza da parte del vescovo, e l’esclusione dalle cariche ufficiali dei confratelli ecclesiastici, i quali non avevano alcuna voce (né attiva, né passiva) nelle riunioni confraternali. Oggi la confraternita può contare su un alto numero di associati; continua ad espletare le pratiche di suffragio per i confratelli di defunti e ad esporre solennemente il Santissimo a conclusione delle celebrazioni liturgiche del mese di novembre (le Quarantore). Il sodalizio prende parte poi alle celebrazioni della Settimana Santa: è proprio dalla chiesa del Purgatorio, infatti, che a partire dall’anno 1901 ogni Sabato Santo muove il simulacro raffigurante la “Madonna della Pietà”.

(1) F. Di Palo, Le confraternite della diocesi di Ruvo (secc. XVI-XX), in ‹‹Le confraternite pugliesi in Età Moderna 2. Atti del seminario internazionale di studi 27–28–29 aprile 1989››, a cura di L. Bertoldi Lenoci, Fasano 1990, p.610
(2) Archivio della Confraternita di Maria SS. del Suffragio-Purgatorio = ACP), serie Patrimonio, sottoserie Patrimonio – cose varie). Il testo della supplica è consultabile altresì in V. Amenduni, La “dioecesis rubensis” nella metà del secolo XVIII. Estratto dalla tesi in Sacra Teologia, Napoli 1958, pp. 69-70
(3) Ibid, p. 611
(4) V. Amenduni, La “dioecesis rubensis…”, cit., p.36
(5) Le notizie al proposito sono conservate nella Platea della Confraternita di Maria SS. del Suffragio, anno 1729 (ACP, serie Patrimonio, sottoserie Patrimonio–cose varie)
(6) Ibidem