Documentazione prodotta da:
Curia vescovile
Sede:

Palazzo vescovile - Ruvo di Puglia (Ba)

Condizione giuridica:
 
Date di esistenza:
sec. IX
Profilo di storia istituzionale:

Risale alla seconda metà del X secolo l'istituzione della sede vescovile di Ruvo che, secondo Garruba,  fu suffraganea di quella metropolitana di Bari:  «è fuor di dubbio di essere antichissima la Sede Vescovile di Ruvo, e di essere stata eziandio una delle suffraganee della nostra Metropoli. Tale infatti la troviamo nella Bolla di Papa Giovanni XX» (1). Questo dato trova fondamento nel Chronicon di Lupo Protospatario, il quale riporta che nel 1082 il vescovo di Ruvo Guisliberto (o Gisilberto o Gaiberto) donò la chiesa urbana di San Sabino al priore di Montepeloso, con l’obbligo che questi garantisse annualmente quattro libbre di cera nel giorno del Sabato Santo, e che fornisse un cavaliere tutte le volte che il vescovo di Ruvo si fosse recato a Bari o a Canosa(2). Lo studioso di storia locale Pasquale Testini, non giustifica la donazione perchè a causa della dipendenza da Bari, non c'era motivo che il vescovo si recasse a Canosa, a meno che essa non fosse stata motivata dall'insufficienza del clero locale ad adempiere al suo mantenimento (3). In realtà, la donazione potrebbe avere un concreto fondamento storico. Canosa, infatti, che nell''835 era stata elevata da Gregorio IV a cattedra vescovile e primaziale, dieci anni più tardi a causa delle cruente incursioni saracene fu aggregata temporaneamente alla chiesa di Bari  (4). Dal 1807 al 1818 Ruvo fu sede vacante. Un ruolo importante fu assunto in questi anni dal vicario capitolare d. Giuseppe Lo Russo(5). Nel 1818, in seguito al concordato di Terracina del 16 febbraio 1818 tra papa Pio VII e Ferdinando I di Borbone, la bolla pontificia De Utiliori Dominicae Vinae (del 27 giugno dello stesso anno), sancì l'unione aeque principaliter con la sede vescovile di Bitonto, ratificata con regio exequatur del 1 agosto del medesimo anno (6). L'unione tra le due diocesi durò per 168 anni fino al 1986. Al vescovo fu assegnato il titolo “di Ruvo e Bitonto”; la precedenza della sede di Ruvo derivò dalla maggiore antichità del suo episcopato e fu fortemente caldeggiata dal giureconsulto Giovanni Jatta. Primo vescovo della nuova diocesi fu Vincenzo Maria Manieri (1751-1832), che la resse dal 1819 fino alla sua morte (7). Sotto l'episcopato di mons. Luigi Bruno (1882-1893) fu indetto un sinodo, che si tenne nei giorni 1-2-3 dicembre 1889 con lo scopo di riaffermare i principi della dottrina e della morale cattolica. In particolare, il sinodo fu ben accolto dal clero rubastino: la disciplina ne trasse giovamento e vi fu un rifiorire delle vocazioni (8). Mons. Bruno si dedicò attivamente all'evangelizzazione della diocesi, distinguendosi anche per il costante impegno e per le numerose opere di carità a favore dei poveri e dei bisognosi (9). Ultimo vescovo di Ruvo-Bitonto fu mons. Aurelio Marena. Nel 1982 la città di Ruvo fu annessa alla diocesi di Molfetta-Giovinazzo-Terlizzi. La piena unificazione della diocesi si ebbe nel 1986: da allora il suo nome è quello di Molfetta-Ruvo-Giovinazzo-Terlizzi.

(1) M.Garruba, Serie critica de' sacri pastori baresi, Bari, Fratelli Cannone, 1844, pp. 968-969
(2)

Lupus Protospatario, Annales 855 - 1102, ed. G.H. Pertz, in Monumenta Germaniae Historica, Hannover, 1844, p.61: Lupo Protospatario scrive che "[...] Episcopus Rubensis nomine Guislibertus donavit priori Montispilosi ecclesiam Sancti Sabini, quae est in civitate Rubi; qui prior tenebatur omni anno ad quatuor libbras cerae in die sabbati sancti, et mittere unum hominem equestrem ad suas expensas, quando episcopus rubensis ibat ad Barensem civitatem seu ad Canusium".

(3) F. Jurilli, Ruvo di Puglia nella Preistoria e nella Storia,  Trani, Vecchi & C., 1971,  p. 216
(4) Ibidem, p. 217
(5) V. Pellegrini, Ruvo Sacra,  Fasano, Schena Editore, 1994, p. 205
(6) Ibidem
(7) Ibidem
(8) Ibidem, p. 213
(9) Ibidem, pp. 214 - 215