Documentazione prodotta da: | |
Parrocchia Cattedrale di Santa Maria Assunta | |
Sede: | |
Cattedrale di Santa Maria Assunta - Ruvo di Puglia (Ba) |
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Date di esistenza: | |
Canonicamente eretta ab immemorabili | |
Profilo di storia istituzionale: | |
L’attuale cattedrale fu costruita tra il XII e il XIII secolo sull'impianto di una chiesa preesistente, distrutta da Guglielmo I il Malo nell'XI secolo, e fu certamente realizzata grazie alle ricche elargizioni di pii benefattori(1). Il sedente posto sulla facciata del tempio, potrebbe essere proprio uno dei benefattori, forse un'autorità civile o militare: varie circostanze fanno pensare che si tratti di Roberto II di Bassavilla, conte di Conversano e Loretello e Signore di Ruvo, figlio di Roberto I di Bassavilla e cugino del re normanno Guglielmo il Malo(2). La nuova chiesa sostituì nella sua funzione di cattedrale la piccola chiesa di S. Giovanni Rotondo. La cura d’anime e la giurisdizione parrocchiale risiedevano esclusivamente nel Capitolo collegialiter sumpto, che di conseguenza era l’unico ente morale rappresentante del beneficio parrocchiale(3). Il capitolo eleggeva annualmente durante l'assemblea plenaria, che si teneva il giorno di S. Bartolomeo, un Sacrista Major Ecclesiale Cathaedralis. Questi si occupava della manutenzione della chiesa e della compilazione dei libri parrocchiali(4), ed era coadiuvato da sedici partecipanti(5); insieme con lui erano eletti anche il procuratore generale, il procuratore ad lites, il cancelliere ed il segretario(6). L'Ughelli, descrivendo il clero che attendeva al servizio della chiesa Cattedrale, attestò la presenza di centoquaranta ministranti. Le dignità erano quattro: un arcidiacono, un arcipresbitero e due primicerii(7). Non vi erano canonici, ma più di quaranta sacerdoti che attendevano al servizio liturgico; c’erano inoltre undici diaconi, oltre a più di settanta tra suddiaconi e chierici, che percepivano solo una candela(8). Il vescovo Pietrangelo Ruggeri (1759-1807) cercò di destinare un parroco stabile per risolvere i problemi derivanti dall’esercizio collegiale della cura d’anime, ma le sue sollecitazioni e le sue pressioni non sortirono alcun effetto(9). Solo nel 1787 un’intesa tra il vescovo e il Capitolo consentì la nomina di due economi curati, la cui elezione era subordinata alla concessione del regio assenso(10). Nel 1829 la Cattedrale di Ruvo constava di 4 dignità, 22 canonici e 2 personatus. Dopo l'unità d'Italia l'assetto della Chiesa cattedrale cambiò. La Cattedrale cessò di essere l’unica parrocchia cittadina il 14 maggio 1904: in quella data, infatti, essa fu smembrata in tre vicarie curate. Nel 1982 la città di Ruvo fu annessa alla diocesi di Molfetta-Giovinazzo-Terlizzi. Molfetta fu eletta sede cattedrale: di conseguenza la Cattedrale e il Capitolo di Ruvo (così come quelli di Terlizzi e di Giovinazzo) assunsero lo status della concattedralità. |
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(1) | Sulla storia della cattedrale di Ruvo, cfr. E. Bernick, La Cattedrale e gli altri monumenti di Ruvo, Bari, Avellino & C., 1901; F. Jurilli, Ruvo di Puglia nella Preistoria e nella Storia, Trani, Vecchi & C., 1971, cit.; M. Civita, La Cattedrale di Ruvo. Vecchi restauri e nuovi rinvenimenti, Bari, Adriatica editrice, 1979; Idem, Stagioni di una Cattedrale, Fasano, Schena Editore, 1993; C. Bucci, Il "Sedente" della cattedrale romanica di Ruvo di Puglia, Bari, Pubblicità & Stampa, 1989; Rubi Fortissima Castra. Ruvo di Puglia tra storia e architettura, a cura di F. De Mattia, Molfetta 1997; V. Pellegrini, Ruvo Sacra, Fasano, Schena Editore, 1994; Idem., Ruvo di Puglia. Cattedrale, Terlizzi, CSL Editrice, 2000 |
(2) | C. Bucci, Il "Sedente" |
(3) | V. Amenduni, La "dioecesis rubensis" nella metà del secolo XVIII., Napoli, 1958, p.58 |
(4) | Ibidem |
(5) | Associazione Archivistica Ecclesiastica, Guida degli Archivi Capitolari d’Italia, II, a cura di, S. Palese, E. Boaga, F. de Luca, L. Ingrosso, Città del Vaticano, 2003 |
(6) | Ibidem |
(7) | F.Ughelli, Italia sacra sive de episcopis Italiae et insularum adiacentium, VII, Venetiis MDCCXXXII, col. 763 |
(8) | Ibidem |
(9) | Associazione Archivistica Ecclesiastica, Guida degli Archivi capitolari d’Italia, p.166 |
(10) | Ibidem |